Corso di storia dell'economia: Becker 1930

Gary S. Beckersintesi della figura e del metodo
Gary Stanley Becker (1930–2014) è uno dei maggiori protagonisti dell’economia del XX secolo. La sua cifra metodologica è stata semplice e potente: applicare il linguaggio e gli strumenti dell’economia (scelte razionali, massimizzazione di utilità, confronto costi-benefici, equilibrio competitivo) a comportamenti e istituzioni che fino ad allora erano considerati “extra-economici” — famiglia, criminalità, discriminazione, educazione, salute. È stato premiato con il Nobel per l’Economia (1992) proprio per questa estensione dell’analisi economica.
Due aspetti caratterizzano la sua eredità. Il primo è il modello formale: Becker traduceva un problema sociale in funzioni di utilità, vincoli e costi, e poi derivava implicazioni testabili. Il secondo è l’ambizione interdisciplinare: non basta spiegare, bisogna suggerire politiche corrette e misurabili.
Capitale umano: il nucleo teorico
La teoria del capitale umano è probabilmente il contributo più noto. Becker interpreta istruzione e formazione non come consumi ma come investimenti: si sostengono costi oggi (tuition, tempo fuori dal mercato, frustrazione) in cambio di maggiori guadagni futuri. Il problema di scelta è quello tipico degli investimenti: confrontare benefici attesi e costi attualizzati.
Formalizzazione essenziale (versione intuitiva)
Sia s il numero di anni di istruzione. Supponiamo che la retribuzione annua attesa dopo s anni sia w(s) e che il lavoratore viva da t = s+1 fino a T. Con tasso di sconto r (annuo), il valore attuale netto (VAN) dell’investimento in istruzione è:
VAN(s) = Σ_{t=s+1}^{T} w_t(s) / (1+r)^{t-(s+1)} − C(s)
dove C(s) sono i costi di istruzione (monetari e di opportunità). La scelta ottima s* massimizza VAN(s). La condizione di equilibrio marginiale è “beneficio marginale = costo marginale”.
Mincer: la specificazione empirica più usata
Per implementare empiricamente l’idea si usa la cosiddetta equazione di Mincer, che assume:
ln(wage) = α + β · schooling + γ · experience + δ · experience^2 + ε
Qui β stima il rendimento percentuale (approssimazione) di un anno di scuola. Se β = 0.08, l’aumento percentuale approssimato è ≈ 8 %; più precisamente, il vero incremento percentuale è exp(β) − 1. Per β = 0.08:
- calcolo: β·1 = 0.08
- exp(0.08) ≈ 1.083287 (usando serie o tavole esponenziali)
- incremento percentuale = (1.083287 − 1) × 100% ≈ 8.33 %
Quindi un anno di scuola in più corrisponderebbe, in questo esempio, a circa +8.3% nel salario medio stimato.
Esempio numerico cumulato
Se un lavoratore con salario iniziale 20.000 € ottiene quattro anni di scuola extra e β = 0.08, il moltiplicatore sul salario è exp(0.08×4) = exp(0.32) ≈ 1.3771, quindi il salario medio aumenta del 37.71%. Calcolo passo-passo:
0.08 × 4 = 0.32
exp(0.32) ≈ 1.377127764
Incremento % = (1.377127764 − 1) × 100% ≈ 37.71%
Questi calcoli sono allora tradotti in analisi di politica pubblica: se il costo dell’anno di scuola è inferiore al beneficio attualizzato, giustificazione per sussidi educativi.
La famiglia come oggetto di analisi economica
Becker ha formalizzato la famiglia con lo stesso approccio: agenti che massimizzano utilità soggetti a risorse e vincoli. I principali elementi sono tre: (1) le scelte di fertilità, (2) il matrimonio e la divisione del lavoro domestico, (3) l’allocazione del tempo tra lavoro di mercato, produzione domestica e tempo libero.
Modello semplice di produzione domestica
La famiglia produce “beni domestici” Z usando tempo T_h e beni di mercato G (ad esempio, ingredienti per un pasto o un servizio di cura). Funzione di produzione domestica: Z = f(G, T_h). Il consumo aggregato è C = market goods + Z. Il vincolo di bilancio è dato dalle entrate del mercato (salari w per tempo lavorato L_m) e dal costo dei beni G. Il vincolo di tempo è T_total = L_m + T_h + leisure.
L’effetto cruciale: un aumento del salario w aumenta il costo opportunità del tempo domestico (T_h). Se T_h è sostituibile con G (servizi acquistabili), allora l’aumento salariale tende a ridurre il tempo dedicato al lavoro domestico e aumentare la domanda di servizi domestici (outsourcing). Questo insight spiega fenomeni osservati: con l’aumento del salario femminile, diminuisce la divisione domestica tradizionale e aumenta la domanda di servizi di cura.
Famiglia, matrimonio e specializzazione
Becker ha anche modellizzato il matrimonio come un match che genera guadagni di specializzazione: due persone che si specializzano in compiti diversi (mercato vs casa) possono aumentare l’utilità complessiva. Questo formalismo ha aiutato a spiegare perché matrimoni sono stabili in certe condizioni e perché i cambiamenti economici (es. aumento salari femminili) alterano gli incentivi e quindi gli equilibri matrimoniali (tassi di matrimonio/divorzio).
Discriminazione: il modello del “gusto” (taste discrimination)
Nel suo libro del 1957, Becker propone un modello di discriminazione basato sulle preferenze degli attori di mercato: datori di lavoro, clienti o colleghi possono avere un “gusto” negativo verso un gruppo, comportandosi come se l’assunzione di un lavoratore di quel gruppo comportasse un costo aggiuntivo d.
Formalizzazione elementare
Consideriamo lavoratori A e B con produttività identica p. Se il salario è w_A = w_B = w, un datore di lavoro con “gusto” d per i lavoratori B percepisce un costo effettivo di (w + d) per ogni unità di lavoro B. La scelta del datore di lavoro confronta p con il costo effettivo. In un mercato concorrenziale, un’impresa non discriminatoria ottiene profitti maggiori assumente lavoratori B a w piuttosto che l’impresa discriminatoria che sconta d. La concorrenza tende dunque a ridurre la discriminazione, perché le imprese che impongono la discriminazione sopportano un costo competitivo.
Esempio numerico
Supponiamo p = 100 (produttività monetaria per unità di lavoro), w = 60 e d = 20. Profitti per unità:
- Datore non discriminatorio: π = p − w = 100 − 60 = 40
- Datore discriminatorio: π = p − (w + d) = 100 − 80 = 20
Il non discriminatorio ha profitto superiore e quindi può sopravvivere più facilmente e offrire salari migliori o espandersi. Questo meccanismo spiega la logica per cui la concorrenza può attenuare la discriminazione, ma la teoria mostra anche perché la discriminazione può persistere: differenze in capitale, organizzazione, mercati segmentati, costi di adattamento e altri friziioni possono rendere stabile un equilibrio discriminatorio.
Critiche e sviluppi
La teoria del “gusto” è potente ma non esaurisce la realtà. Economisti successivi hanno proposto la discriminazione statistica (basata su informazioni incomplete e stereotipi che guidano aspettative sui produttori) e hanno enfatizzato la rilevanza di strutture istituzionali, segregazione e meccanismi di feedback. Becker ha però fornito un quadro formale che ha permesso confronti politici (es. l’efficacia delle norme anti-discriminazione) e test empirici.
Criminologia economica: costo, beneficio e deterrenza
Becker fu tra i primi a trattare la decisione criminale come scelta economica. L’idea base è che un individuo compara benefici attesi del crimine con i costi attesi (sanzioni, rischio di cattura) e con le opportunità legittime. La politica penale è quindi una leva che influenza p (probabilità di essere catturati) e F (sanzione/fine).
Modello di base (valore atteso)
Sia B il beneficio netto se il crimine ha successo, F la sanzione finanziaria se catturati, p la probabilità di essere catturati. L’aspettativa matematica semplice (framework Beckeriano) è:
E[return] = (1 − p) · B − p · F
La condizione per cui il crimine non è attraente è E[return] ≤ 0, cioè:
(1 − p)B − pF ≤ 0 → p ≥ B / (B + F)
Esempio numerico
Se B = 1.000 € (beneficio) e F = 5.000 € (sanzione), allora il minimo p per rendere l’attività non redditizia è:
p* = B / (B + F) = 1.000 / (1.000 + 5.000) = 1.000 / 6.000 = 0.166666... ≈ 16.67%
Interpretazione: se la probabilità di essere catturati è superiore a ~16.7%, l’aspettativa finanziaria diventa non positiva e la semplice analisi costi-benefici predice riduzione dell’incentivo a commettere il crimine.
Naturalmente il modello può essere raffinato includendo utilità (avversione al rischio), costi non pecuniari (vergogna, costo psicologico), incapacità di prevedere bene p, e effetti di disuguaglianza e opportunità.
Allocazione del tempo: lavoro, tempo domestico e scelta leisure
Becker ha formalizzato come gli individui decidono quante ore lavorare e quanta parte del tempo dedicare alla produzione domestica o al tempo libero. Il punto di partenza è un vincolo di tempo T: T = H (ore lavorate) + h (ore lavoro domestico) + l (lezione/free time). La scelta ottimale dipende dal salario w (costo opportunità del tempo) e dalle preferenze.
Un risultato chiave: l’effetto reddito e l’effetto sostituzione. Un aumento del salario ha due effetti contrapposti sulla quantità di lavoro di mercato: l’effetto sostituzione (perché lavorare costa di più in termini di tempo) e l’effetto reddito (un salario più alto aumenta il reddito, favorendo più tempo libero). L’impatto netto dipende dalle preferenze. Becker integrò questi concetti per spiegare dinamiche di partecipazione femminile al mercato del lavoro e cambiamenti nella domanda di servizi domestici.
Metodologia e innovazioni empiriche
Becker non fu solo teorico: ha stimolato una stagione di lavoro empirico per “misurare” concetti economici non osservabili direttamente. Alcune svolte metodologiche ispirate dalla sua scuola:
- Usare equazioni di regressione (come la Mincer) per stimare rendimenti all’istruzione.
- Cercare fonti di identificazione per il ritorno all’istruzione (es. variazioni istituzionali: obbligo scolastico, riforme) per gestire bias di selezione.
- Applicare modelli strutturali a problemi come la scelta matrimoniale, la fertilità e la disoccupazione.
Becker ha così contribuito a spianare la strada all’economia empirica moderna che combina teorie formali e dati per testare ipotesi.
Politiche pubbliche: implicazioni concrete
Le teorie di Becker hanno chiare conseguenze per le politiche:
- Istruzione: vistose esternalità e problemi di accesso (credit constraints) giustificano sussidi pubblici all’istruzione e borse di studio.
- Discriminazione: leggi anti-discriminatorie e misure che aumentano la concorrenza e la trasparenza dei mercati del lavoro possono ridurre la discriminazione taste-based; ma possono servire anche politiche attive per colmare gap valutativi e informativi.
- Giustizia penale: la scelta tra aumentare p (maggiore enforcement) o F (sanzioni più severe) va valutata considerando i costi marginali di enforcement e l’efficacia deterrente; il modello indica perché aumentare solo le pene senza aumentare la probabilità di cattura può essere inefficace.
- Famiglia e lavoro: incentivi fiscali e reti di servizi (asili, congedi, politica del lavoro) influenzano combinazioni di lavoro e cura; la teoria spiega perché certi incentivi cambiamento comportamenti.
Critiche e limiti: cosa non spiega Becker
La forza di Becker (semplificare e modellare) è anche la sua principale critica. Le obiezioni principali:
- Riduzionismo: modellare tutto come scelta razionale massimizzante può ignorare norme sociali, identità, potere e vincoli istituzionali.
- Preferenze date: Becker spesso assume preferenze stabili; ma molti comportamenti — valori, ruoli di genere, norme di gruppo — si formano endogenamente e cambiano con l’esperienza sociale.
- Informazione imperfecta: modelli semplici a volte non integrano abbastanza asimmetrie informative, che nella realtà guidano discriminazione e mercato matrimoniale.
- Misurazione e identificazione: stimare i ritorni all’istruzione è difficile per bias di selezione (ad esempio, individui più dotati scelgono più scuola). Becker ha indicato il problema; la risposta empirica è stata sviluppare metodi (IV, natural experiments, twin studies).
- Dimensioni morali e non-economiche: applicare logica economica a famiglia e crimine può risultare eticamente controverso, perché sembra “mercificare” relazioni intime o valori morali.
Queste critiche non hanno squalificato Becker, ma hanno portato la disciplina ad arricchire i modelli con norme sociali, aspettative dinamiche, economia comportamentale e tecniche empiriche più robuste.
Estensioni moderne e dove la ricerca è andata
Dagli anni Ottanta in poi la ricerca ha esteso Becker in vari modi:
- Economia comportamentale: integra vincoli cognitivi, euristiche e bias.
- Modelli di segnalazione e informazione: la teoria del capitale umano è stata affiancata da teorie dove l’istruzione è anche segnale di qualità (Spence).
- Analisi strutturale: stime più sofisticate delle scelte familiari e dei mercati del lavoro con microdati longitudinali.
- Politiche sperimentali: RCT e interventi valutativi per misurare effetti causali di programmi educativi o di contrasto alla criminalità.
Letture essenziali (a titolo orientativo)
Per entrare direttamente alle opere di Becker: “The Economics of Discrimination” (1957), “Human Capital” (1964), “A Treatise on the Family” (1981). Per critiche e sviluppi: lavori di economia comportamentale, studi empirici su ritorni all’istruzione (Mincer e successori), letteratura su discriminazione statistica e studi su deterrenza criminale.
Conclusione sintetica
Gary Becker ha trasformato il modo in cui economisti pensano i problemi sociali: la sua bussola è stata sempre la stessa — modello chiaro, implicazioni normative testabili, apertura all’interdisciplinarità. Il suo approccio ha reso possibile studiare fenomeni quotidiani con strumenti formalizzati e ha lasciato una traccia indelebile: oggi pochissimi ambiti dell’economia — istruzione, famiglia, crimine, discriminazione, salute — si pensano senza fare i conti con i concetti che lui ha reso familiari.
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