Corso di storia dell'economia: Simon 1916

Herbert Simon 1916

Herbert A. Simon — il pensatore che spiegò (e costruì) la mente che decide

Herbert Alexander Simon (1916–2001) è stato uno di quei rari intellettuali che hanno piegato insieme economia, psicologia, informatica e scienze sociali per spiegare come gli esseri umani — e le organizzazioni — prendono decisioni. Uomo di lavoro e di laboratorio, insegnò per decenni alla Carnegie Mellon University e fu insignito, tra i tanti riconoscimenti, del Premio Nobel per l’Economia nel 1978 per i suoi studi sul processo decisionale nelle organizzazioni.

Di seguito sviluppo i suoi temi principali in modo approfondito ma accessibile, con esempi pratici, qualche riflessione e suggerimenti su come le sue idee ancora oggi ci aiutano a capire il mondo.


1) Biografia essenziale (ma umana)

Nato nel Wisconsin, Simon si forma all’Università di Chicago (laurea e dottorato) e attraversa vari istituti di ricerca e università prima di stabilirsi a Pittsburgh, dove diventa figura chiave nella nascita di gruppi di lavoro che univano psicologia sperimentale e calcolo automatico. La sua attività non fu da teorico isolato: scrisse libri, costruì programmi informatici sperimentali con Allen Newell e guidò corsi e dipartimenti che ancora oggi segnano la ricerca in scienze cognitive e informatica.


2) Razionalità limitata e “satisficing” — l’intuizione che ha cambiato il modo di pensare

La grande rivoluzione di Simon fu intuire che gli esseri umani non sono automatismi che calcolano l’optimum perfetto: hanno risorse limitate, informazioni incomplete e tempo scarso. Da qui nasce il concetto di razionalità limitata (bounded rationality). In pratica, piuttosto che massimizzare sempre, noi spesso soddisfiamo: cerchiamo la prima soluzione che sia abbastanza buona per le nostre esigenze. Simon coniò il termine satisficing (da “satisfy” + “suffice”) per indicare questo comportamento.

Esempio quotidiano: scegli un ristorante la sera. Hai una soglia minima (prezzo accettabile, tempo di attesa ragionevole, cucina decente). Non esamini tutte le opzioni della città: appena trovi uno che supera la soglia, prenoti. Hai “soddisfatto” — e spesso è la strategia più razionale, visto il tempo e l’energia spesi a cercare il “migliore”.

Perché conta? Perché cambia tutto: politiche pubbliche, design di strumenti decisionali, marketing e intelligenza artificiale devono tener conto che le persone non ottimizzano perfettamente; adottano euristiche e limiti cognitivi che sono prevedibili e studiabili.


3) Il modello del processo decisionale — passo dopo passo

Simon propose una struttura semplice ma potente per pensare alle decisioni: intelligence – design – choice (intelligenza, progettazione, scelta).

  • Intelligence: riconoscere che c’è un problema, raccogliere dati, esplorare il contesto.
  • Design: immaginare possibili soluzioni (opzioni, scenari).
  • Choice: selezionare la soluzione che soddisfa i criteri fissati.

(Alcuni modelli successivi aggiungono fasi come implementazione e feedback, ma il nucleo resta questo.)
Questo schema è pratico: aiuta manager e progettisti a organizzare il lavoro invece di affidarsi a intuizioni episodiche.


4) Administrative Behavior (1947) — la carta d’identità del pensiero organizzativo

Il libro Administrative Behavior è il testo in cui Simon mette a fuoco l’idea che le decisioni organizzative siano il cuore della vita amministrativa. Sostituì il modello dell’“imprenditore economico” che massimizza con un quadro molto più realistico: l’organizzazione prende decisioni attraverso persone che operano con informazioni limitate e procedure consolidate. Questo libro ha fondato una scienza dell’amministrazione orientata alle decisioni.

Commento pratico: per un responsabile aziendale, la lezione è chiara: non basta insegnare “a pensare meglio” — bisogna strutturare informazioni, procedure e strumenti affinché anche decisioni “soddisfacenti” siano buone e ripetibili.


5) Intelligenza artificiale e scienza cognitiva — sperimentare la mente con i calcolatori

Simon non fu solo teorico sociale: sperimentò insieme ad Allen Newell e altri programmi informatici che simulavano processi di ragionamento. Tra i risultati celebri: Logic Theorist e il General Problem Solver (GPS) — primi esperimenti su come un programma potesse risolvere problemi logici o di ricerca nello spazio delle soluzioni. Per queste ricerche Newell e Simon ricevettero anche il Turing Award (1975), riconoscimento che conferma l’importanza pionieristica del loro lavoro nel campo dell’IA.

Per capirsi: Simon vedeva i computer come strumenti empirici per testare teorie sulla mente: se un programma risolve un problema come fa un umano, allora la teoria che sta dietro al programma può essere una buona spiegazione di quel comportamento umano. Questa è ancora oggi una strategia fondamentale della scienza cognitiva.


6) The Sciences of the Artificial e “l’architettura della complessità”

Con The Sciences of the Artificial (1969) e con saggi come “The Architecture of Complexity” (1962), Simon fece due mosse importanti:

  • trattò l’arte del progettare (design) come una scienza possibile;
  • mostrò che sistemi complessi (biologici, sociali, tecnologici) spesso hanno strutture gerarchiche e modulari che rendono possibile capirli e progettarli.

Pensalo così: per gestire la complessità non servono miracoli, ma buona architettura — spezzare un grande problema in pezzi più piccoli e gestibili, come si fa con un programma software modulare.


7) Impatti concreti e applicazioni pratiche

Le idee di Simon sono applicabili in mille contesti concreti:

  • Design di interfacce e software: costruire scelte chiare e “soglie di soddisfazione” per gli utenti (es.: sistemi di raccomandazione che propongono ciò che è “abbastanza buono”).
  • Politica pubblica: capire perché cittadini e burocrate non seguono “calcoli ottimali” e progettare incentivi robusti.
  • Management: creare processi decisionali che riducano il carico cognitivo e favoriscano buone decisioni rapide.
  • IA e machine learning: ispirazione per modelli che imitano strategie umane (euristiche, ricerca nello spazio delle soluzioni, chunking).

8) Critiche, limiti e conversazioni successive

Simon ha ricevuto anche critiche: alcuni hanno detto che “razionalità limitata” è troppo descrittiva e lascia aperta la domanda su come migliorare le decisioni; altri hanno sottolineato che il concetto è difficile da testare in modo stringente in alcuni ambiti. Inoltre, l’IA successiva ha scoperto che simulare la mente è più complicato di quanto pensassero i pionieri (ci sono aspetti affettivi, sociali e culturali difficili da codificare). Tuttavia, la forza di Simon resta nell’aver proposto un quadro operativo, non solo filosofico: ipotesi che si prestano a esperimenti, a programmi e ad applicazioni.


9) Piccola guida pratica — 6 consigli di “buon Simon” per decidere meglio

  1. Definisci la soglia minima (che cosa è “abbastanza buono”) prima di immergerti nella ricerca di opzioni.
  2. Spezza i problemi grandi in sottoproblemi (gerarchia e modularità).
  3. Raccogli informazioni nella fase di intelligence, ma stabilisci un limite di ricerca: saper fermarsi è parte della razionalità.
  4. Genera più alternative nella fase di design — la creatività conta.
  5. Usa procedure e checklist per rendere le scelte ripetibili.
  6. Dopo la scelta, monitora e impara: il feedback alimenta la prossima fase di intelligence.

10) Letture consigliate (per chi vuole approfondire)

  • Administrative Behavior (Herbert A. Simon) — il testo fondante sull’organizzazione e le decisioni.
  • The Sciences of the Artificial (Herbert A. Simon) — riflessioni sul design e sulla complessità.
  • Human Problem Solving (Allen Newell & Herbert A. Simon, 1972) — per entrare nella sperimentazione sull’informazione e la mente.

Conclusione — perché ancora oggi leggerlo?

Simon ci insegna a essere realistici e pratici: il mondo è complesso, le nostre risorse sono limitate — eppure possiamo comunque progettare scelte, organizzazioni e macchine migliori. Le sue idee formano un ponte tra capire e costruire: non solo spiegano la mente che prende decisioni, ma indicano come possiamo affinarla. Se cerchi una filosofia del pensiero utile, concreta e applicabile, Herbert A. Simon resta una delle tappe obbligate.


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